Il codice sensoriale gelato

"Il codice sensoriale gelato" è stato progettato per consentire al discente di apprendere la corretta valutazione del prodotto correlando la rilevazione con ogni step della filiera produttiva. Il corso comprende le slide commentate dall’autore e le medesime senza commento per semplificare il ripasso dei temi trattati, la consultazione e l’eventuale esposizione durante eventi.

Le sezioni del corso

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    Il codice sensoriale gelato: i video

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    3. (Included in full purchase)
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    Il codice sensoriale gelato: le slide

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SOMMARIO

Il codice sensoriale del gelato Che cosa è il gelato artigianale italiano La percezione La procedura di valutazione in 5 mosse Il cervello e gli organi di senso La vista L’olfatto Il sistema somestesico Il gusto Dalla produzione all’assaggio: cause ed effetti La formulazione della ricetta La pastorizzazione e la maturazione La mantecazione La conservazione e il servizio

L'AUTORE

Manuela Violoni: Docente di analisi sensoriale e panel leader presso il Centro Studi Assaggiatori, di cui è socio amministratore. Dal 2003 svolge test e indagini sul consumatore su un’ampia gamma di prodotti e ha contribuito alla creazione di know-how per diverse organizzazioni di assaggiatori, tra cui i Narratori del Gusto, l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, l’Istituto Nazionale Espresso Italiano, l’Istituto Italiano Assaggiatori Carne – De Gustibus Carnis, l’Istituto Internazionale Chocolier e l’Istituto Eccellenze Italiane Certificate. Ha svolto docenza in diversi paesi europei, americani e asiatici; in quanto giornalista, è autore di articoli e manuali sull’analisi sensoriale di diversi prodotti e in quanto metodologia. Ha inoltre innovato metodi di analisi sensoriale per l’applicazione alla comunicazione emozionale, agli ambienti di acquisto e consumo, al packaging, ai servizi e ai programmi televisivi.

I CODICI SENSORIALI

“Il codice sensoriale” è il titolo di una serie di monografie di concezione innovativa in cui il sapere non è trasmesso a blocchi che ogni utente deve poi assemblare per giungere alla conoscenza, ma è condensato in paragrafi, per quanto possibile leggeri, a senso compiuto. Gran parte delle monografie sono in qualche modo state modellate sulle centinaia di domande poste da migliaia di allievi in aula che hanno così suggerito agli autori che cosa mancava a un determinato concetto per essere esaustivo e chiaro. Certo, scrivere non è come parlare e leggere non è come ascoltare. In aula il tono della comunicazione si imposta anche in base agli sguardi attenti o smarriti degli astanti e si cambia in funzione di questi. Ogni monografia del codice è dedicata a un argomento specifico (vino, grappa, caffè ecc.) e quindi ha parti che cambiano, ma ce n’è una che rimane sempre uguale: quella dedicata al nostro meccanismo percettivo che porta il cervello a elaborare delle mappe in base alle quali ci fa assumere determinati comportamenti. Insomma: il giudizio finale è in genere laconico (lo adoro, mi piace, non mi piace, non lo sopporto proprio), ma il percorso che facciamo per ottenerlo, per quanto emesso nel giro di una manciata di secondi, è molto complesso. Scoprire cosa ci sta dietro riesce sempre a migliorare la qualità della vita. Ogni monografia ha comunque anche un proprio stile, in parte perché imposto dal prodotto, ma soprattutto perché cambiando l’autore variano le modalità espressive.